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. Libero arbitrio (Analisi dettagliata) . Gli uomini sono responsabili delle loro azioni? . .
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La nostra mente impone una ragione per ogni azione che si vuole fare, nessuna esclusa. Chi non fosse convinto di questo principio, provi a considerare che, se dovessimo agire in modo da eseguire delle azioni non motivate, saremmo giustamente presi per pazzi. . Quindi: ogni azione non logica, cioè illogica, risulta estranea alla natura umana. . Constatato
che, nel libero arbitrio la scelta non deve, per definizione, essere
determinata da alcuna necessità, tale concetto è inapplicabile al
comportamento umano in quanto, non potendo contestare che ogni fatto o
azione o pensiero della nostra vita debba avere forzatamente un
significato e quindi nascere da una necessità, ogni determinazione umana
non può essere in alcun modo soggetta alla condizione richiesta dal
libero arbitrio. É quindi possibile affermare in modo certo che ogni
azione umana è impossibile possa nascere dal libero arbitrio.
Conseguentemente, non essendo rispettata la condizione essenziale per
ottenere la libertà di arbitrio, cadono tutte le verità costruite sino
ad oggi su di essa. . .
. . . Non predestinazione degli eventi. . Alcune ipotesi filosofiche hanno tentato nel passato di dirigere la cultura verso il pensiero razionale: il positivismo, il razionalismo, l’illuminismo, etc, erano rivolte a creare una migliore società stabilendo la vita su basi scientifiche. Avevano ragione supponendo che la scienza avrebbe cambiato il mondo ma le loro aspettative non ottennero il successo sperato. Perché? L’avvento del meccanicismo (conseguenza delle suddette filosofie) avrebbe implicato l’abolizione della fede, la quale rappresentava la principale filosofia della società di allora, l’unico supporto capace di dare conforto e speranza al futuro di quelli che pativano e soffrivano. Inoltre, condannando gli uomini all’ateismo, essi avrebbero imposto ai credenti un’esistenza senza alcuna compensazione per le ingiustizie sofferte in questo mondo. . . E’ ovvio che, se ogni cosa fosse già destinata a accadere, qualsiasi analisi, deduzione e conclusione sarebbe inutile perché essa non potrebbe cambiare l’ordine degli eventi. In conseguenza di ciò fu deciso che gli atti compiuti dagli esseri umani fossero determinati dalla loro volontà, la quale a questo punto risulterebbe per fondamento: libera, autonoma ed arbitraria. Come stanno però le cose se applichiamo la ricerca oggettiva al nostro quesito? . Nell’universo gli avvenimenti accadono secondo un ordine che costituisce la nostra realtà naturale. Stabilito che, per cambiare gli eventi secondo un principio di non predestinazione è indispensabile che siano gli uomini stessi a poter intervenire con delle azioni che non siano già programmate dal medesimo ordine, osserviamo come nella realtà di tutti i giorni, l’istante d’inizio delle suddette azioni sia fondamentale per modificare l’ordine naturale delle cose. Se dovessimo inserire la nostra azione (cioè l’elemento perturbatore) in istanti successivi differenti, ci inseriremmo in una realtà esterna diversa, dato che essa si modifica ad ogni momento, cambiando tutto il senso direzionale degli avvenimenti.
Per chiarire meglio: ogni persona per vivere ha la necessità di compiere determinate azioni, queste sono motivate dalle ragioni per compierle. Per attuare tali azioni si ha un intervallo di tempo variabile in cui esse possono essere svolte ed iniziate. Per esempio, se dovessimo andare da una città ad un’altra, è chiaro che dovremmo innanzitutto avere una buona ragione per farlo ed allo stesso tempo avremmo la necessità di giungervi intorno ad una determinata ora.
Le variabili incontrate sul percorso, impediranno di conoscere con esattezza il momento d’arrivo, il quale sarà determinato dai molti fattori disposti lungo il tragitto, ma soprattutto dal momento della partenza. L’attimo in cui si inizia il viaggio è basilare per stabilire gli eventi che si vivranno, in quanto la realtà esterna si modifica ad ogni istante successivo. Tutti sappiamo quanto possa essere differente giungere ad un fatidico incrocio pochi istanti prima o dopo per evitare un tragico incidente, modificando in questo modo tutta la nostra vita. . . .
. Nell’esempio sopra specificato l’unica causale non motivata da una costrizione è la determinazione dell’istante d’inizio, che non è essenzialmente legato ad un preciso ed invariabile momento. E’ proprio quell’istante ad inserire la nostra azione nella realtà esterna, modificando sostanzialmente il corso generale di tutti gli eventi, perché la nostra realtà si intreccia con quella altrui modificandola continuamente. La nostra libertà d’azione è solo relativa al tempo approssimativo in cui deve essere eseguita la necessità che, a sua volta invece, non è arbitraria, ma obbligata dal bisogno di compiere l’azione.
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. Se decidiamo di mangiare un determinato cibo, se optiamo di assistere ad uno spettacolo, o se pensiamo di seguire certe scelte anziché altre “di pari importanza”, operiamo con una certa libertà di arbitrio perché non siamo costretti da una specifica ed obbligata scelta. Quando abbiamo sete è evidente che l’azione del bere è motivata da una necessità obbligata, mentre sceglieremo il tipo di bevanda tra quelle che preferiamo senza essere costretti a prenderne una in particolare. Le scelte paritetiche sono moltissime nella vita di tutti i giorni e sono sempre dovute al caso, non a motivazioni obbligate. . Qui, Dio giocherebbe a dadi, per riprendere una nota frase di Einstein. . .
La nostra volontà è subordinata alla struttura fisica di cui siamo composti, la quale non dipende in alcun modo dal nostro arbitrio. Ogni nostro intervento è soggetto a regole fisiche che ci è impossibile cambiare.
Tutto questo significa una cosa sola:
. Questa
constatazione dovrebbe essere sufficiente a far considerare i rapporti
umani in modo assai differente da quello universalmente diffuso, inducendo
la società a cercare in altre direzioni le vere motivazioni della
deplorevole condotta di tanta gente.
l’impressione di essere artefice del proprio destino,
in realtà non lo è affatto. Egli può solo supporre con l’immaginazione di avere il potere di scegliere ma, l’immutabilità delle leggi fisiche, impediscono che tale situazione si verifichi. . . NB: La casualità che determina le scelte equivalenti nella nostra dimensione è definita da complesse regole subatomiche che sono collocate oltre la nostra attuale capacità di comprensione. Non essendo in grado, a causa di limiti fisici, conoscere i dati che potrebbero rendere la determinazione degli accidentali eventi prevedibile, è corretto per ora assumere nei loro confronti il valore relativo dell’indeterminazione. ___________________________________________________________________________________ |
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