ALF (Global Awareness of Life Form)

                      Nuova rivoluzionaria visione dell'esistenza umana

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Ripartizioni in classi

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Sul nostro pianeta, la ripartizione delle gratificazioni e delle sofferenze in ogni individuo sembra essere davvero parziale. Pensare all’attuale contesto come ad un ecosistema capace di distribuire gioie e dolori secondo un principio di equità è impensabile, constatato che alcuni hanno tutto dalla vita e altri poco o nulla. Un sistema che viene comunque ritenuto giusto, o quantomeno l’unico possibile, visto che non esistono alternative logiche a spiegarne l’iniqua natura. Un sistema espressione di puro egocentrismo capace di distorcere persino la realtà più evidente pur di non rinunciare a pensare in funzione del proprio esclusivo tornaconto. 

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Nel concetto universale proposto invece, ogni singolo alito vitale appartiene all’intero sistema ed è quindi costretto dalle leggi universali a vivere in fasi successive ogni esistenza dell’insieme

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La distribuzione delle gioie e dei dolori diviene in questo modo un fattore elargito con assoluta equità, frutto di un ordine di vera superiore giustizia sociale. 

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Esistono molti modi per ottenere gratificazioni o afflizioni, ognuno nella vita è destinato ad averne una certa quantità. Se sinteticamente dividessimo il genere umano in tre principali categorie, avremmo che: alcuni sono pienamente gratificati, altri lo sono solo in parte, ed altri ancora non lo sono affatto. Questa separazione rende possibile dimostrare che, all’interno di ogni singola categoria, è indifferente essere un individuo anziché un altro, in quanto, anche se ognuno vive una propria diversa vita, la ripercussione sul sistema sensoriale è più o meno la stessa qualunque siano le cause che provocano gli effetti nel singolo individuo. 
Esiste una “affinità” che rende simili le esistenze di coloro che appartengono alla stessa classe. 

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Vivere una vita, anziché un’altra, è indifferente se entrambe appartengono alla stessa categoria di gratificazioni poiché, alla fine, ogni persona avrà avuto la stessa percentuale di gratificazioni ed afflizioni. Fosse possibile mettere al polso un misuratore sensoriale, nel senso fosse possibile misurare le emozioni provate nel corso della vita, scopriremmo che gli individui appartenenti alle singole categorie avranno ottenuto come risultato finale gli stessi valori. Questo significa che, all’interno di ogni categoria di persone, è indifferente essere Tizio, Caio, oppure Sempronio.

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Tutti noi siamo indotti istintivamente a difendere la nostra personale individualità come fosse un bene supremo ma, in un’ottica globale, l’essere qualcun’altro della stessa categoria non farebbe assolutamente alcuna differenza. 

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Esempio pratico: 
Immaginiamo di avere 100 aziende che operano in diversi campi: tutte tendono ovviamente ad avere come indirizzo principale quello di ottenere dei profitti. Dividiamole in tre categorie: alcune con utili del 30%, altre con pareggio, altre ancora con perdite del 30%. E’ evidente che all’interno di ogni singola categoria di profitti, il possedere una società anziché un’altra è assolutamente indifferente perché gli utili o le perdite sono paritetici. Similmente, nell’uomo gli utili e le perdite sono rappresentati dalle gratificazioni e dalle afflizioni emozionali, per cui, se una persona appartiene ad una determinata categoria, non fa differenza essere un individuo anziché un altro. Ognuno giunge alla fine della propria vita allo stesso risultato di tutti i personaggi appartenenti alla medesima classe anche se hanno vissuto in modo completamente differente. Se prendiamo coscienza di questa identità nei ruoli, è evidente che, per ricoprire ogni forma umana del nostro pianeta non è più necessario vivere ogni singola individualità delle circa sei miliardi di persone attuali, ma sarà sufficiente appartenere ad una delle categorie di gratificazioni, per aver vissuto tutte le similari esistenze del proprio gruppo.

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E’ il principio universale della casuali a far vivere differenti forme di vita, ed è sempre la casualità a far appartenere ogni entità alle altre differenti categorie di gratificazione.

 
Questo vuol dire che:

 ogni essere umano ricoprirà tutti i ruoli esistenziali presenti sulla terra, in un arco di tempo limitato a poche generazioni

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In altre parole possiamo affermare, senza ombra di dubbio, che la materia di cui siamo costituiti ricoprirà ogni similare singola esistenza del nostro pianeta entro un lasso di tempo relativamente breve. E’ importante avere ben chiaro questo concetto poiché è la base del principio di universalità esistenziale a cui si giunge applicando l’evoluzione al pensiero razionale. 
Nell’universo tutta la materia è sottoposta alle stesse regole, quindi è impossibile che una parte di essa possa ricoprire dei ruoli privilegiati: è la legge della casualità ad imporlo. In parole ancora più semplici vuol dire che 

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la materia costituente i ricchi ed i potenti verrà sicuramente impiegata a ricoprire anche gli altri ruoli dell’intera società in cui attualmente essi vivono. 

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